Amore e sesso nell'antica roma by Alberto Angela

Amore e sesso nell'antica roma by Alberto Angela

autore:Alberto Angela
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: A.D.A.- Anonymous Digital Amanuensis
pubblicato: 2012-01-01T23:00:00+00:00


Andare a teatro è concepito dalle donne romane come un nostro invito a un gala, con tanto di tappeto rosso. L’entrata al teatro e tutti i suoi passaggi, i corridoi e le scale tra le gradinate non sono altro che una passerella per una “sfilata”. Quindi è vero, come dice Ovidio, che qui le donne vengono per vedere e… per farsi vedere. Ne abbiamo tanti esempi davanti.

Ecco una “limousine” di epoca romana. Si avvicina al teatro come un veliero che entra nel porto, rallenta la sua andatura e si ferma per far scendere la sua passeggera. La distanza dal teatro è calcolata alla perfezione perché tutti possano vedere la donna camminare regalmente verso l’ingresso. Uno schiavo mette uno sgabello al centro della lettiga e apre le tendine. È come un sipario che rivela chi c’è sdraiato dentro e, proprio come in un teatro, comincia lo spettacolo di una matrona romana al massimo del suo splendore.

È una donna alta, dai capelli biondi riuniti in un’acconciatura complessa che forma un disco. Una curatissima raggiera di riccioli corona la fronte. Davanti alla lettiga lo schiavo ha creato un’area libera allontanando le persone. Lei dà un’occhiata a tutti e poi, con una mossa lenta e regale, scende dalla lettiga. La prima cosa che tocca il suolo, o meglio lo sgabello, è il suo piede… mostrando a tutti un sandalo tempestato di coloratissime pietre preziose. Sente di avere tanti sguardi addosso e sa benissimo che la tunica di seta aderente le fascia il corpo rivelando ogni dettaglio delle sue curve. C’è un leggero mormorio nella folla maschile quando, scesa dalla lettiga, la donna rivela la lunghezza delle sue gambe. Quando comincia a camminare, viene tempestata dai lampi delle occhiate maschili, quasi fossero flash di fotografi. A ogni passo i suoi orecchini emettono un tintinnio delle perle che ondeggiano e cozzano tra loro: è il rumore della ricchezza… Le donne fissano i suoi anelli, i bracciali a forma di serpente, il diadema tra i capelli, la qualità della seta e gli eleganti drappeggi delle sue vesti, e soprattutto la cura maniacale dell’acconciatura. Il teatro è un luogo di alto confronto tra donne, alle quali non sfugge alcun dettaglio.

Gli uomini, invece, guardano ben altro: nessuno saprebbe dire il colore dei gioielli o dei ricami, ma analizzano come uno scanner il suo corpo, la carnosità delle labbra, la forma dei seni e l’ampiezza dei fianchi. La donna sembra ignorare queste bordate maschili, ma solo in apparenza. I suoi occhi, resi profondi e allungati da un sapiente trucco, con discrezione dardeggiano all’improvviso su potenziali prede. La matrona sa scegliere molto bene: tra le decine di uomini presenti, ha colpito e “arpionato” con uno sguardo brevissimo ma intenso solo tre di essi. Sono però quelli più prestanti e meglio vestiti: degli amanti potenziali per il suo rango. Quegli sguardi sono solo dei biglietti da visita che mostrano la sua disponibilità, nulla di più. Ora dovranno farsi avanti loro. Dentro il teatro si vedrà…

Ecco altre due donne che arrivano. Anch’esse coperte di gioielli.



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